Nei dintorni di Firenze Capitale
Cosa hanno in comune Jessie White Mario,Giovanni Verga,Fedor Dostoevskji,Henry James,Karl Hillebrand e Pellegrino Artusi a parte il fatto di essere scrittori più o meno noti? La città di Firenze subito dopo l’unificazione avvenuta nel 1861.
Ognuno di loro vi ha passato infatti un periodo della propria vita, chi per breve tempo, come Dostoevskij, chi la maggior parte dell’esistenza come Pellegrino Artusi. C’è chi ci è venuto per fuggire dai creditori, chi in cerca di ispirazione, chi per metter su casa dopo mille avventure. Perchè “Nei dintorni di Firenze Capitale”? Innanzitutto per riscoprire uno scorcio di un momento storico di Firenze che da sempre è rimasto nell’ombra, tanta è l’eredità del Rinascimento.
Un periodo che ha segnato la città da tanti punti di vista, primo fra tutti quello urbanistico. Infatti non tutti si ricordano che Firenze fu capitale d’Italia subito dopo Torino e prima di Roma, dal 1865 al 1870.Jessie White Mario, “Miss Uragano” è stata una donna eccezionale, anche se poi dimenticata. Inglese, sostenitrice di Mazzini e seguace di Garibaldi, ha avuto parte attiva nel processo di unificazione dell’Italia. Dopo aver partecipato come infermiera di campo alla spedizione dei Mille, nel 1862 si stabilisce a Firenze con il marito Alberto Mario, famoso garibaldino, rimanendovi per quasi dieci anni . Vi ritornerà nel 1883 fino alla morte avvenuta nel 1906.
Fu giornalista, scrittrice e insegnante. Una Firenze di salotti, di teatri e di caffè è quella che emerge dalle lettere di Giovanni Verga alla famiglia durante il suo soggiorno nella primavera e l’estate del 1869: si percepisce una città che ormai è entrata appieno nel suo ruolo.Il giovane scrittore la descrive come il luogo dove fare le conoscenze giuste per inserirsi nel mondo letterario e editoriale.
Qui ambienta il suo romanzo “Eva”. Fedor Dostoevskij vi soggiornerà una prima volta per pochi giorni nel 1862, quando la città ancora conservava la sua dimensione “paesana”: ma poi una seconda volta per quasi un anno dal 1868 al 1869, in una città che, divenuta capitale del Regno nel 1865, trova lui stesso molto cambiata. E’ in un appartamento di via Guicciardini dove terminerà uno dei suoi capolavori: “L’idiota”.Henry James verrà a più riprese a Firenze, in un periodo compreso tra il 1869 e il 1887.
Statunitense di nascita, ma poi britannico per scelta, frequentò l’ambiente cosmopolita dei salotti della comunità inglese che all’epoca era molto numerosa.Attraverso le sue lettere scopriamo un mondo privilegiato, fatto di buone conversazioni e gusti raffinati, in una città che sebbene sublime, sta perdendo la sua centralità e sta diventando un buen retiro per la buona società. Parte del romanzo “Ritratto di signora” è ambientato a Firenze. Karl Hillebrand, storico e critico della letteratura e del costume, e saggista di fama internazionale, fu tedesco di nascita, francese di adozione e fiorentino per elezione. Dopo brevi soggiorni a Firenze nel 1860 e nel 1865, vi si stabilisce permanentemente a partire dal 1870.
La sua instancabile opera di mediazione culturale di respiro europeo delinea un uomo non comune: fu infatti il punto di convergenza delle personalità più notevoli del secondo Ottocento. I motivi che portarono Pellegrino Artusi a Firenze furono conseguenza di un’esperienza negativa: il padre trasferì tutta la famiglia da Forlimpopoli nel 1851 per fuggire dai brutti ricordi che un assalto del bandito Passatore aveva lasciato. Pellegrino vi rimarrà fino alla sua morte, avvenuta nel 1911, lasciando Il suo libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” come uno dei pochi libri che hanno davvero contribuito a “fare gli italiani”.